Un vecchio punk “annientato” dall’età

Un vecchio punk “annientato” dall’età

Fa una certa impressione constatare come la cosa più interessante che ho trovato nelle oltre 700 pagine di “Annientare” (La nave di Teseo, Euro 22) Michel Houellebecq l’abbia scritta nei ringraziamenti finali, ovvero un concetto che verte sull’impotenza della medicina di fronte al misterioso funzionamento del cervello umano. Lo scrivo con una certa malinconia, da convinto ultrà dello scrittore francese e del suo cuore nichilista. Ma questo romanzo mi ha messo davanti ad un ribelle ferito, un attempato punk prossimo alla pensione, una penna solitamente visionaria e cinica che qui ha sfornato un inutilmente prolisso (e che interlinea da campione, signor impaginatore…) che in diversi punti mi è sembrato lontanissimo dai suoi lavori precedenti, qualcosa a metà tra una spy story alla Tom Clancy (con tutto il rispetto) e un “Anche i ricchi piangono” in salsa francese. Pagine in cui proprio tra i soliti stereotipi della francesità (Mitterand, Le Pen, i castelli della Loira, il foie gras, ecc.) compare giusto qualche sprazzo di pungente sarcasmo, come le stanche zampate di un leone morente.Insomma, il nostro amato Michel si è assentato un momento. L’autore di libri che mi hanno fatto sobbalzare sulla sedia, che mi hanno fatto tremare e vibrare di rabbia e adrenalina non c’è più. Ha lasciato il posto ad un ordigno depotenziato, un pezzo death metal ascoltato con le cuffiette, un caustico fustigatore “annientato” dal sistema e dalla vecchiaia. Almeno per il momento, vorrei sperare.Ah, non ho scritto nulla della trama, sì, lo so. E forse è meglio così.