La vita oltre le sbarre

La vita oltre le sbarre

Angus osservava attraverso le sbarre della sua cella il lento scorrere di tutte quelle persone. Sembravano indaffarate. Alcune ogni tanto si fermavano ad osservarlo, ma quasi più per compassione e curiosità che per reale interesse. A differenza dei nuovi arrivati, che sembravano esplodere di rabbia in quel cubo due per due non appena si sentiva il minimo rumore di passi in avvicinamento, Angus rimaneva sempre seduto. In maniera serafica analizzava tutto quello che gli accadeva attorno. Nel frattempo, visto che il tempo libero non gli mancava affatto, rifletteva sulla sua vita. Nato in condizioni di estrema indigenza e povertà tra la malavita di un sobborgo americano, Angus aveva dovuto imparare sin dalla più tenera età come arrangiarsi. Perse i contatti con i suoi genitori dopo appena qualche anno, rimanendo orfano. Era l’inizio di una serie senza fine di dolori strazianti. Dopo qualche anno, a seguito di risse ed altri atti vandalici, venne catturato e trasferito nella prigione nella quale si trovava ormai da un periodo imprecisato di tempo, tanto lungo però da essersene ormai abituato, se non addirittura assuefatto.

Mentre ragionava, leccandosi ogni tanto la zampa per constatare in prima persona di essere ancora presente al mondo, una delle solite coppie di umani si fermò con insistenza davanti alla sua gabbia. Per i primi secondi Angus non curò, di nemmeno uno sguardo, quelli che riteneva lui essere gli ennesimi curiosi di fronte ad un gatto che non solo non sapeva più camminare in maniera autonoma, ma che aveva inoltre difficoltà a rimanere in piedi per un periodo di tempo prolungato. Vista l’insistenza negli sguardi di questi visitatori, Angus si incuriosì, alzando gli occhi per tentare di capire il motivo dell’interesse da lui suscitato. La vista di quello che vide scatenò in lui emozioni che erano andate perse molto tempo fa, di cui non aveva ormai più memoria. O che forse, non aveva nemmeno mai provato. 

Si vide infatti davanti una coppia di anziani umani. Se fosse possibile fare un calcolo preciso, avrebbe detto che la loro età corrispondeva alla perfezione con la sua età felina. Nonostante Angus fosse solamente un gatto, e nonostante i gatti non siano notori per le loro capacità matematiche e di calcolo, era certo di tale trasformazione. Perché in fondo, in quel momento, non serviva alcun calcolo certo, alcuno studio scientifico, nessun anno di ricerca nel campo della neurobiologia zootecnica. Era bastato invece incrociare lo sguardo di queste due persone, e rivedere nei loro occhi la stessa stanchezza che lui stesso provava, quando la mattina si costringeva a sedersi per darsi un minimo di dignità, quando la massima attrattiva della giornata era provare ad indovinare quale delle tre portate a rotazione sarebbe capitata quella sera. Non ci fu bisogno di ulteriori parole. Non erano a conoscenza di quanto sarebbe durata la loro compagnia, nemmeno chi l’avrebbe salutata per prima. Sapevano unicamente che era quello di cui tutti e tre avevano bisogno in quel momento. Con un vecchio carrellino della spesa, gli anziani coniugi aiutarono Angus ad uscire da quella prigione, garantendogli un minimo di serenità e conforto per l’ultima tratta del suo viaggio. E garantendo, in ultimo a se stessi, quella tanto anelata compagnia che ormai avevano perso da quando tutti avevano deciso di mettere radici altrove. Compagnia per compagnia, alla fine non era servito così tanto. Era bastato trovare il coraggio e la forza di alzare lo sguardo. Ognuno oltre la propria gabbia.

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Pubblicato da Fabio Loperfido

Nato allo scadere del millennio, Fabio è uno studente errante che ancora non ha ben chiaro cosa potrebbe volere il mondo da uno come lui. Nel mentre prova ad offrire ciò che vede con i suoi occhi tramite una sua lettura, con la speranza che il suo punto di vista possa essere d'aiuto a qualcuno martellato dai suoi stessi interrogativi