Nessun cambiamento. Nessun dolore

Nessun cambiamento. Nessun dolore

Pianeta Terra. Anno secondo dopo il disastro. Winnie, arcaica vamp, si ritrova sepolta fino alla vita in una fossa. Morta a metà. Purché ci sia sempre qualcosa da fare. Bisogna ingannare il tempo per evitare la tagliola dell’angoscia che, facile anche dirlo, attecchirebbe sin troppo. La paura viene esorcizzata da schemi di azioni, rituali giochi di parole. Né meglio né peggio. Nessun cambiamento. Nessun dolore.

Si è ancora utili? Si serve ancora a qualcosa? Willie è un pretesto, una comparsa, un motivo per non impazzire, non subito almeno.

Beckett mette in scena l’allegoria della vita routinaria. Con l’assurdo, il “niente da dire”, si palesa un altro assurdo, quello reale del caos di un’esistenza da vivere a tutti i costi.