Una delle conseguenze del ritornare è che ci si fanno delle domande. Quali? Cos’è questa forza che ci lega ai luoghi? I posti che ci hanno visto nascere?
Anguilla cerca di capire in quale delle persone che rivede dopo tanti anni se ne stia rintanata questa energia, la mancanza che nutre l’anima. Non in Nuto, non in Cinto, non nelle figlie di Sor Matteo, ma nell’orgoglio di un’appartenenza. Perché nell’infanzia ci si illude che sia tutto lì il mondo, poi il mondo lo si esplora e si capisce che non è così.
Alla fine si ritorna e, consigliati dalla nostalgia, incantati dall’imperituro ciclo della vita – tra la luna e i falò, tra cielo e terra – e si decide che “un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”.