Con l’uscita degli ultimi due titoli, la collana Solenoide di Edizioni del Faro decide di presentarsi al mercato editoriale.
Lo fa con tre romanzi, raccolti sotto il misterioso mantello di una matrice comune. Diciamo innanzitutto della collana.
Deve il suo nome al titolo di un romanzo di Mircea Cartarescu (che pare aver molto gradito l’idea!) ed è diretta da Pino Loperfido, autore egli stesso della prima uscita, lo scorso febbraio, con “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis”, già finalista a numerosi premi.
“Solenoide” parte dall’idea che non sempre la scrittura è chiamata all’evasione o all’intrattenimento. Delle volte è necessario che sconfini in territori assai più inesplorati, arcigni, disturbanti, in mondi dalle frontiere permeabili, perché la ragione da sola non basta. È nella visione e nel sogno che sovente è possibile trovare la chiave per capire la realtà tangibile.
La collana punta a superare il concetto di romanzo tradizionale, piegando la parola alle necessità e ai desideri più profondi dell’animo umano. Su tutti, quello di indagare le ragioni dello stare al mondo, analizzare – raccontandole – le dinamiche psicologiche e spirituali che lo regolano. Delle volte, la realtà assomiglia a un carcere metafisico, il romanzo può dunque farsi lima, lenzuolo, vanga: ausilio per evadere dalla fortezza della normalità e godere, magari anche per un solo istante – nel visibile o nell’invisibile – dell’estasi di una ritrovata libertà.
A seguire il romanzo d’inchiesta di Loperfido, Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis, l’oramai noto testo incentrato sulla tragedia aerea del 1998, dunque due nuovi testi.
Il primo è di Chiara San Giuseppe, “Il dottor Calligaris e il caso del manoscritto rubato“. Un emozionante e veritiero spaccato di un’epoca e di un luogo – il fascismo udinese – il romanzo offre al lettore due possibili chiavi di lettura. Le intricate e avvincenti trame del giallo e la riscoperta di un uomo geniale e delle sue straordinarie scoperte, l’uno e le altre mai abbastanza ricordate: il neurologo Giuseppe Calligaris (1876-1944). La vicenda è ambientata a Udine nel 1935. Numerose lettere anonime spedite al locale quotidiano denunciano il furto del manoscritto di un romanzo, nonché il comportamento riprovevole di un gerarca che avrebbe sedotto e abbandonato una giovane donna. Sarà l’inizio di una catena di omicidi che costringerà il commissario di pubblica sicurezza Egidio Tomat a una caccia all’assassino sulla base di scarsi indizi. Le autorità fasciste, però, non vogliono che si indaghi sul Partito, pertanto lo intralceranno non poco. L’unico sostegno a Tomat verrà dal dottor Calligaris, un luminare ben conosciuto in città che, per aiutarlo nelle indagini, metterà in campo i suoi strabilianti esperimenti metapsichici. Basteranno?
Il secondo romanzo è di Lorenzo Avi – alla sua seconda prova narrativa dopo La panchina gialla – e si intitola, lapidariamente, “La protagonista“. In piena attinenza con i dettami di collana, Avi ci porta in una storia a tratti surreale, metanarrativa, ma che – tra colpi di scena sorprendenti – fa anche sospettare una chiave metafisica.
Si parte dall’asserito che scrivere può essere una terapia, ma può anche aiutare a sopravvivere. Che accade, però, se inaspettatamente la protagonista del tuo romanzo decide di prendere in mano le redini della trama? A quel punto non è detto che tutto andrà come previsto dall’autore. C’è un destino diverso sull’orizzonte letterario, adesso. Uno degli infiniti possibili nella sconfinata rete degli intrecci possibili.
Perché creare qualcosa – sia una storia, siano il cielo e la terra – non vuol dire per forza averne il controllo. E se lo scrittore non potrà più stabilire dove lo porterà la trama, così il demiurgo non riuscirà più a capire quale direzione prenderà la vita stessa. L’esistenza che tanto sfrontatamente, di punto in bianco, ha deciso di donare alla sua protagonista.
I libri sono in vendita nelle librerie tradizionali e nei principali store online.
Collegamento alla pagina della collana: https://www.edizionidelfaro.it/collane/solenoide