Dice: ma come facevano nel 300 avanti Cristo senza Internet? A chi le andavano a chiedere certe cose? Ad esempio, il perché di queste fitte appena sotto lo sterno. Oppure il significato della febbricola che puntualmente mi salta fuori al sabato mattina. O ancora, la ragione profonda per cui l’occhio destro mi lacrima come una fontana. Certo, prima del web c’erano le enciclopedie. Prima ancora prosperavano i cosiddetti oracoli.
Alessandro Magno si fece qualcosa come 200 miglia nel deserto libico solo per poter interrogare il motore di ricerca – pardon – l’oracolo di Amon. Tuttavia, narra Plutarco, non si compresero un granché bene. Un po’ il vento del deserto, un po’ la stanchezza, un po’ il cattivo greco dell’oracolo… Quello voleva dire paidion (figlio mio) e invece gli uscì paidios (figlio di Zeus), santificando il condottiero per i secoli dei secoli grazie ad una delle fake news più clamorose di sempre. Questo per dire che fidarsi è bene non fidarsi è meglio. Degli oracoli, ma soprattutto del web quando cerchiamo di dare una ragione ai sintomi di certi malesseri perdippiù immaginari che sovente ci pare di sentire addosso. Cos’è ‘sta storia adesso che facciamo a meno del parere dei luminari? È perché il web è gratuito e immediato e il luminare costa e prevede lunghe liste d’attesa? Veramente tre o quattro ricerche su Google suppliscono all’assenza di laurea in medicina, specializzazione, abilitazione, ecc. ecc.? Che non lo sai che sul web di certe cose ci scrivono esclusivamente i più disperati, gente che un giorno sì e uno no scopre di avere quindici tumori, una dozzina di sindromi e una manciata di morbi? Fateci caso: non trovi mai quello che scrive – chessò – “avevo un mal di schiena terribile e poi ho scoperto che non era nulla, che sciocco…”. No. Ne trovi invece diversi pronti a spaventarti a morte: “mio zio aveva lo stesso mal di schiena, è schiattato dopo 48 ore…” o robe del genere. Ma che affidabilità può avere questo enorme pronto soccorso digitale se a scriverci sono tutti, ma proprio tutti, tranne che i medici? Quelli veri, seri, equilibrati, con lo stetoscopio, un paio di braccia, un volto, umani, insomma. Che poi il risultato alla fine è che di fronte a certe diagnosi rimaniamo terrorizzati, riuscendo a selezionare talentuosamente il peggio del peggio del web, la crème dei paranoici, il gotha degli ipocondriaci, il podio dei monomaniaci. Senza contare che resta altissima la possibilità di capire bisi per fave, di fraintendere, insomma. Come capitò a quel presuntuoso di Alessandro che – aiutato dalla zeppola dell’oracolo di Amon – capì solo quello che in quel momento gli fece comodo capire.